Umanizzazione cure in Terapia Intensiva |InfermiereOnLine | Medical Evidence

Terapia Intensiva aperta e umanizzazione delle cure

Umanizzazione delle cure in Terapia Intensiva

Il tema della terapia intensiva aperta si inserisce all’interno della recente attenzione alla umanizzazione delle cure: prendersi cioè cura delle persone ammalate.

La cura deve essere non solo appropriata ed efficace in senso clinico in quanto fondata sulle evidenze scientifiche, ma necessariamente proporzionata, vale a dire in sintonia con il sentire del paziente nel rispetto della propria identità. La tutela del valore intrinseco di ogni essere umano, che chiamiamo dignità, dovrebbe costituire il punto di riferimento di ogni pratica e, a maggior ragione di una pratica tanto “sensibile” dal punto di vista morale quale quella medica. Il risultato è un confronto e una sinergia di due istanze consensuali: la competenza professionale di Medici e Infermieri e l’interesse del Paziente alla cura di sé.

Una relazione tra soggetti di pari dignità e responsabilità: curanti, pazienti e loro familiari. Potrebbe sembrare che questi elementari principi della Medicina, non possano trovare applicazione nelle Terapie Intensive che storicamente sono dei reparti chiusi, caratterizzati da regole, usanze, consuetudini fissate dalla tradizione che realizzano di fatto barriere alla relazione tra paziente e familiari.

È invece provato che il beneficio complessivo, derivante dalla rimozione di tutte le immotivate barriere alla relazione terapeutica, con un cambiamento culturale rappresentato dal termine di terapie intensive aperte, è misurabile anche in termini clinici e non solo etici.

G. R. Dunstan (1985):

“il successo della terapia intensiva non va misurato solo con le statistiche di sopravvivenza, come se ogni morte fosse un fallimento medico. Deve essere misurato dalla qualità delle vite conservate o ripristinate, e dalla qualità della morte di quelli per i quali è preferibile morire, e dalla qualità delle relazioni umane coinvolte in ogni morte”.

Terapia Intensiva chiusa

Per Terapia Intensiva chiusa si intende una regolamentazione di accesso dei familiari ai propri cari ricoverati molto restrittiva soprattutto in termini di orario. Di fatto questa limitazione è solo la punta di un iceberg di barriere poste a livello fisico e relazionale.

Le cause di questi modelli organizzativi/comportamentali sono da ricondurre in parte alle origini stesse della Medicina di area critica. Le Terapie Intensive, nascono circa 50 anni fa in Italia e in gran parte d’Europa come costole dei gruppi operatori con lo scopo di separare nettamente i luoghi delle diverse attività tecniche da quelle relazionali, per ragioni di organizzazione, sicurezza, igiene. La vita biologica viene pertanto nettamente separata da quella di relazione come prezzo da pagare per un beneficio superiore, la tutela della vita.

Ne consegue l’innalzamento di barriere di tipo:

  • fisico: assenza di contatto diretto tra pazienti e familiari, a volte separati da una vetrata; uso di camici,
    mascherina, guanti, come in sala operatoria, per l’ipotetico rischio di trasmissione di infezioni;
  • temporale: orari di visita ridottissimi per non interferire con le fasi di cure/assistenza e teorico sovraccarico di lavoro; il timore di uno stress al paziente indotto dalla presenza dei familiari;
  • relazionale: comunicazioni unidirezionali, prive di contenuti relazionali, che esprimono lo stile dirigistico e paternalistico dei curanti verso i familiari e la persona malata, considerata mero oggetto di trattamento. Diffuso anche il timore presso il personale, in particolare gli Infermieri, più presenti accanto ai pazienti, di essere sottoposti a controllo da parte dei visitatori se presenti più costantemente.
La situazione in Italia

Dati-Presenza-Visitatori-Terapia-intensiva-InfermiereOnLine-Medical Evidence

Il nostro Paese mantiene ancora regole che governano la presenza di familiari e visitatori tra le più restrittive in Europa. Le restrizioni imposte riguardano sia il tempo a disposizione per le visite, tra i più bassi d’Europa, ma anche il numero e la tipologia dei visitatori ammessi.

Anche le TI pediatriche e neonatali non permettono la presenza dei genitori nelle 24 ore. Nell’ambito pediatrico è limitata la presenza dei genitori durante le procedure, anche infermieristiche nel 38% dei casi, contro l’evidenza del supporto positivo dei genitori nel fornire sostegno emotivo e tranquillità.

Sul versante opposto i bambini non sono comunemente ammessi alla visita di genitori o fratelli/sorelle ricoverati con la possibilità di maturare così fantasie di perdita o di morte in mancanza di una rassicurazione diretta.

Di fatto la sofferenza di pazienti e familiari è risultata aumentata in tutti gli studi sull’argomento. I pazienti isolati da ogni contesto di riferimento affettivo, vanno incontro a varie forme di delirio con necessità di livelli di sedazione che influenzano negativamente il decorso clinico, sia in termini di complicanze che di allungamento della degenza in T.I.

Terapia Intensiva aperta

Non vi sono basi né scientifiche né etiche per limitare l’accesso alla terapia Intensiva da parte dei familiari. A loro va infatti riconosciuto un ruolo positivo esercitato dalla loro presenza accanto al malato.

La malattia non è affare individuale ma coinvolge tutto il nucleo familiare attorno alla persona ammalata.

Gli ambiti di cura pertanto devono essere organizzati per separare il meno possibile.
Uno dei bisogni fondamentali espressi dai pazienti ricoverati nelle Terapie Intensive è la vicinanza di persone significative, non solo nell’ottica del sostegno affettivo ma per la fiducia riposta in queste persone di fronte alla necessità di esercitare diritti e volontà in un momento di grande dipendenza e fragilità.
La vicinanza dei familiari, secondo le esperienze e le evidenze scientifiche, produce effetti benefici sul decorso clinico e non costituisce affatto un pericolo.
L’apertura delle T.I. deve essere favorita:

Una T.I. umanizzata non è solo quella centrata sul paziente, ma quella centrata sulla famiglia.

Se l’attenzione verso i familiari si traduce in attenzione e beneficio verso il paziente, produce specularmente effetti positivi sui familiari.

Evidenze scientifiche

Numerosissimi studi hanno prodotto evidenze che la famiglia è realmente una risorsa.
Innanzitutto sono state sfatate importanti preoccupazioni:

  • le cure non vengono compromesse né intralciate;
  • non si verifica nessuna invasione di visitatori nei reparti. Infatti la mediana del tempo di visita si attesta intorno alle 2 ore al giorno, concentrate tra pomeriggio e sera;
  • la maggioranza del Personale, medici e infermieri, valuta positivamente, dopo un anno di esperienza, “l’apertura del reparto”

I benefici, viceversa, sono notevoli e riguardano tutti gli attori coinvolti:

Benefici al paziente
  • riduzione dell’assetto ormonale stress-correlato
  • diminuzione significativa della frequenza cardiaca dopo le visite
  • riduzione delle complicanze cardio-vascolari
  • nessun rischio infettivo in più (mentre il vestiario aumenta il senso di distacco e isolamento)
  • riduzione degli score di valutazione
  • non compromissione della privacy
Benefici ai familiari
  • riduzione dell’ansia nel 74% dei familiari
  • minor indice di stress nelle mamme di bambini ricoverati
  • migliore elaborazione della sofferenza e del lutto
Benefici per lo staff
  • migliorata la fiducia e la percezione della qualità delle cure
  • diminuzione delle lamentele e dei conflitti
  • miglioramento delle relazioni e della comunicazione
  • aumentata soddisfazione per il proprio lavoro
  • sostegno da parte dei familiari nell’assistenza al paziente

È importante quindi sottolineare come il modello organizzativo Terapie Intensive Aperte risponda pienamente al bisogno di rendere le cure ospedaliere più umane, mirando al rispetto della dignità della persona nel realizzare i principi che la sostengono.
Privare forzatamente il paziente delle relazioni personali è un atto deleterio. La presenza attiva dei familiari si dimostra benefica per tutti.


Sei Infermiere? Iscriviti subito al Percorso Formativo Infermiere Online Critical Care per avere 30 crediti ECM


Articolo tratto dalla lezione del Percorso Formativo Infermiere OnLine 2017 del Dr. Lamberto Padovan: “Umanizzazione delle cure: Terapie Intensive aperte”. CONTATTACI SUBITO per avere la versione integrale della lezione del Percorso Formativo Infermiere OnLine.


Consenso Trattamento Dati - NON verranno ceduti a Terzi