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Contenzione Fisica Nelle Persone Assistite

La contenzione fisica è davvero efficace?

Le ragioni addotte per l’utilizzo della contenzione nelle strutture residenziali e nei setting per i pazienti acuti sono simili. Si tratta di verificare se la contenzione fisica è davvero efficace in relazione alle motivazioni che ne giustificano il ricorso.

La prevenzione delle cadute è la principale causa di contenzione, tuttavia, negli studi condotti, una significativa riduzione dell’utilizzo dei mezzi di contenzione non si associa ad un aumento delle cadute.

Anche il controllo dell’agitazione mediante l’utilizzo dei mezzi di contenzione fisica, non trova riscontro in letteratura: uno studio osservazionale riporta un aumento dell’agitazione nei soggetti contenuti.

Certamente la contenzione fisica è efficace nel proteggere i presidi medicali e nel consentire agli operatori di svolgere le loro attività in sicurezza. Tutto ciò è però in antitesi con molti degli obiettivi di cura e con il rispetto della dignità della persona.

Negli studi condotti una significativa riduzione dell’utilizzo dei mezzi di contenzione non si associa ad un aumento delle cadute | #ECM #Infermieristica Condividi il Tweet

Queste considerazioni, associate alle sequele della contenzione di seguito descritte, rendono ragione della necessità di sviluppare specifiche modalità di gestione, che non contemplino la contenzione fisica come unica soluzione.

Le conseguenze della contenzione fisica

Le conseguenze del contenimento sono state ampiamente descritte in letteratura. La loro gravità e ripercussione sulla qualità della vita del soggetto sono tali da scoraggiarne l’uso.

Le lesioni associate a contenzione possono essere suddivise in 2 gruppi:

  • danni diretti: causati dalla pressione esercitata dal mezzo di contenzione che può risultare in lacerazione, abrasione o compressione;
  • danni indiretti: nei quali sono comprese tutte le possibili conseguenze della forzata immobilità (lesioni da decubito, aumento della mortalità, cadute, prolungamento dell’ospedalizzazione)

Vi sono poche informazioni relative alla prevalenza di danni, diretti o indiretti, conseguenti all’utilizzo della contenzione fisica. Vi sono alcuni studi che hanno invece chiaramente dimostrato che la contenzione fisica può essere causa diretta di morte.

Oltre ai danni fisici, diretti o indiretti, certamente la contenzione fisica causa sofferenza psicologica. Non è difficile affermare che la contenzione fisica, anche nei soggetti con deficit cognitivo, rappresenti un’esperienza negativa.

Nel codice deontologico dell’Infermiere all’art.4, è chiaramente espresso che il ricorso alla contenzione fisica è evento straordinario e motivato.

La pratica della contenzione fisica, specie in geriatria e psichiatria, va rifiutata come filosofia assistenziale. Deve essere applicata solo in pochi e selezionati casi.

La riduzione del ricorso ai mezzi di contenzione rappresenta una sfida per la quale già sono disponibili interventi e strategie.

Oltre ai possibili danni fisici, diretti o indiretti, la #ContenzioneFisica causa anche sofferenza psicologica | #ECM #Infermieristica Condividi il Tweet

Le alternative alla contenzione fisica

In letteratura sono molte le alternative proposte, ma poche quelle valutate in relazione all’efficacia e alla sicurezza.

Modifiche ambientali

Sono certamente da incoraggiare e promuovere tutti gli interventi che aumentano la sicurezza ambientale e riducono pertanto la necessità di contenere. Una buona illuminazione, luci che si accendono con facilità, pavimenti non scivolosi dovrebbero essere caratteristiche diffuse in tutti i setting che accolgono soggetti con disabilità.

Nelle strutture che accolgono soggetti con deficit cognitivo andrebbero adottati tutti gli accorgimenti per evitare che questi accedano a luoghi non sicuri o possano uscire dalla casa di cura. Per i soggetti con wandering è inoltre utile disporre di percorsi privi di ostacoli, magari circolari. L’adozione di sistemi visivi di controllo di zone particolarmente a rischio e di allarmi che segnalano al personale l’accesso a zone non consentite, possono ulteriormente aumentare il livello di sicurezza.

Sicurezza a letto

Certamente molti incidenti avvengono mentre il soggetto cerca di scendere dal letto o durante i trasferimenti.

Molti interventi sono proposti dalla letteratura per ridurre la possibilità di movimento del soggetto quando è a letto o per attutire le conseguenze di una caduta accidentale.

Supporti per la postura e la posizione seduta

La possibilità di disporre di sedute diverse per posizionare correttamente il soggetto consentendogli di mantenere la posizione in sicurezza e comfort, rende possibile, soprattutto nelle strutture residenziali, la mobilizzazione di più soggetti oltre che la riduzione del ricorso a mezzi di contenzione.

Tra queste sedute si annoverano: sedie o poltrone con seduta profonda, con schienale ad inclinazione variabile, sedie a dondolo, sedie con schienale alto, possibilità di applicare o rimuovere o bloccare le ruote.

Alle sedute possono essere poi aggiunti cuscini che aumentano il comfort e la sicurezza nei soggetti che hanno movimenti a scatto o che tendono a cadere di lato con il tronco.

Attività riabilitative e distraenti

La multidisciplinarità dell’intervento volto a ridurre la contenzione fisica si concretizza anche con l’offerta di programmi e attività specifiche. Queste possono migliorare alcuni aspetti legati alla disabilità fisica ma anche distrarre il paziente da comportamenti a rischio.

Rientrano in queste attività anche una serie di interventi che possono essere affidati a volontari e famigliari istruiti o formati: compagnia, supporto, assistenza nelle attività di base della vita quotidiana, ascolto di musica, passeggiate.

Organizzazione e finalizzazione delle cure e dell’assistenza

Uno spazio rilevante è quello occupato dall’organizzazione delle cure che deve essere personalizzata e rispettosa delle abilità residue del soggetto.

È certamente un compito, affidato agli infermieri e al personale di assistenza non facile, ma rappresenta il passaggio obbligato per finalizzare gli interventi scegliendo tra le diverse soluzioni quella che più risponde alla caratteristiche del soggetto.

La prevenzione e il trattamento delle infezioni, la valutazione e la terapia del dolore, la promozione del riposo e del sonno, l’attenzione agli effetti collaterali dei farmaci, sono aspetti che riducono, soprattutto nei pazienti cronici, episodi di confusione, agitazione e cadute accidentali, che spesso determinano la decisione di contenere.

Importanza della formazione

E’ ampiamente dimostrato che la formazione degli operatori e la disponibilità della consulenza di esperti rappresentano uno strumento per ridurre il ricorso alla contenzione fisica nei setting residenziali.

Tutti i programmi volti a ridurre il ricorso alla contenzione fisica contemplano la formazione come elemento indispensabile.

La #formazione degli operatori e la consulenza di esperti rappresentano uno strumento per ridurre il ricorso alla #ContenzioneFisica | #ECM Condividi il Tweet

La loro finalità è quella di mettere a conoscenza i professionisti della pericolosità e inefficacia della contenzione e promuovere l’adozione di interventi alternativi.


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Articolo tratto dalla lezione del Percorso Formativo Infermiere OnLine 2019 della Dr.ssa Paola Gobbi: “La contenzione fisica nelle persone assistite”.

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