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Pronto Soccorso: responsabilità del personale sanitario

La responsabilità del personale sanitario in pronto soccorso

Il compito del personale sanitario in pronto soccorso è di prendersi cura dei pazienti. Questo può essere estremamente complesso se lo applichiamo all’ambito di emergenza-urgenza.

Nel pronto soccorso i sanitari sono impegnati nel prevenire e gestire eventi critici. Fornire prestazioni veloci, efficaci ed efficienti in un periodo breve, rende la situazione estremamente stressante e quindi maggiormente soggetta a errori.

L’aspetto emotivo e i sentimenti che sviluppa l’operatore nella gestione di questi casi, influenzano e possono interferire sul suo operato.

Il tema della responsabilità sanitaria è complesso, problematico, specialistico, in una perenne modifica che non conosce eguali.

Nelle attuali realtà politiche e sociali questo fenomeno riempie le pagine dei quotidiani

L’aumento delle aspettative di vita dei cittadini ha determinato l’incremento dei contenziosi civili e penali, promossi dagli stessi nei confronti dei sanitari.

Prevenire le citazioni in giudizio del personale sanitario

La responsabilità dell’ente è stata oggetto di una continua evoluzione normativa e giurisdizionale nonché di un acceso dibattito dottrinario. Di fondamentale importanza sottolineare che quando un paziente entra in contatto con un professionista sanitario, entra in contatto con la struttura sanitaria, la quale si rende garante (salvo la responsabilità “personale” del professionista), dell’attività svolta dal proprio dipendente.

Il sanitario al quale viene riconosciuto giudizialmente un errore, nello svolgimento del suo operato, è assoggettato “automaticamente” al controllo da parte dell’amministrazione aziendale e dall’ordine professionale di appartenenza.

Le verifiche che partono da questo evento, hanno l’obiettivo di mettere in evidenza eventuali responsabilità professionali e/o amministrative commesse dall’operatore nell’esercizio del suo lavoro.

Ovviamente sia nei confronti del paziente che nei confronti dell’ordine professionale.

Il paziente/congiunto pertanto può agire sia nei confronti dell’ente che nei confronti del professionista sanitario:

  • Contrattualmente nei confronti dell’ente;
  • Contrattualmente/extracontrattualmente nei confronti del professionista sanitario.

Tendenzialmente i pazienti/congiunti ricorrono contro l’ente, in quanto lo stesso possiede maggiore solvibilità risarcitoria rispetto a quella posseduta dal professionista.

Il rischio di essere citati in giudizio e coinvolti in richieste risarcitorie può e deve essere prevenuto anche tramite la conoscenza dei principi giuridici attraverso i quali la condotta dell’operatore sanitario viene analizzata e valutata dal giudice.

Cause degli errori in ambito sanitario e in pronto soccorso

Le principali cause degli errori in ambito sanitario sono di tre tipi:

  • Cause remote: eccessivi carichi di lavoro, scarsa competenza, presenza di stress nell’ambiente lavorativo, recenti cambiamenti organizzativi, supervisione inadeguata;
  • Cause immediate: omissione di interventi, scarsa attenzione, violazioni di norme e procedure, insufficiente competenza, inesperienza, mancanza di coordinamento;
  • Insufficienza dei meccanismi di controllo: fallimento dei meccanismi che mirano alla limitazione delle conseguenze negative dell’errore.

Gli elementi costitutivi del reato

Nella struttura del reato si individuano tre elementi costitutivi:

  • l’elemento materiale-oggettivo
  • il nesso di causalità
  • l’elemento psicologico

Elemento materiale oggettivo

Si compone della condotta (il comportamento attivo o omissivo), dell’evento (ovvero la conseguenza scaturita dalla condotta, in quanto determina un danno ledendo o mettendo in pericolo un bene o interesse legalmente riconosciuto).

Nesso di casualità

In generale, l’attribuibilità di un evento a una determinata persona, sotto il profilo oggettivo, necessità di un nesso di causalità tra la condotta, attiva o omissiva, e l’evento.

Elemento psicologico/soggettivo

Costituito dall’atteggiamento psicologico del soggetto che volontariamente e coscientemente sceglie di mettere in atto una condotta, ritenuta idonea al raggiungimento dello scopo prefissato, contraria a una norma giuridica.

L’elemento psicologico del soggetto agente assume un valore fondamentale per l’attribuzione, sotto il profilo soggettivo, della responsabilità. Affinché siano applicabili le pene previste dalla sanzione penale, occorre che la realizzazione dell’evento antigiuridico possa essere rimproverata al soggetto responsabile, valutando il concorso della volontà.

Nella struttura del reato si individuano tre elementi costitutivi: l’elemento materiale-oggettivo, il nesso di causalità e l’elemento psicologico | #ResponsabilitàProfessionale #Infermieri #ProntoSoccorso Condividi il Tweet

La responsabilità del personale sanitario in pronto soccorso

Per analizzare la responsabilità professionale in emergenza-urgenza è necessario chiarire la differenza tra il concetto di emergenza e quello di urgenza.

Per Urgenza si intende una condizione che richiede una decisione rapida e un intervento altrettanto rapido, seppure non sia riconoscibile una condizione di immediato pericolo di vita. Mentre nell’Emergenza è prevedibile un pericolo di vita attuale, è pertanto necessario un intervento rapido ed efficace.

Di fondamentale importanza il riconoscimento repentino di queste due situazioni. Dalla definizione di emergenza, con la sussistenza di un pericolo di vita attuale, a far riferimento al criterio previsto dal Codice penale di esclusione della punibilità (art. 54 c.p. Stato di necessità). Il suddetto articolo afferma che

“Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo”.

Perché possa identificarsi la situazione descritta dall’art. 54 c.p., la condizione di pericolo deve essere attuale, cioè un rischio di danno grave alla persona e deve essere contestuale al fatto messo in atto nel tentativo di salvare se stessi o altri.

Tutti i reparti potrebbero trovarsi a intervenire in condizioni di emergenza o urgenza, ma vi sono unità operative come Pronto Soccorso, Ostetricia e ginecologia, Chirurgia che sono maggiormente esposte.

In merito alle responsabilità bisogna tener conto delle modalità complesse in cui sono costretti a intervenire: condizioni critiche e tempistiche ridotte.

Responsabilità del personale sanitario in pronto soccorso: obbligo di garanzia e giudizio di urgenza

Sappiamo come l’art. 32 della Costituzione italiana sancisce il diritto alla salute di cui il medico si fa garante per i suoi assistiti. La natura dell’obbligazione del professionista, dalla quale può emergere una responsabilità, viene denominata di mezzi.

Nonostante questo, negli ultimi anni in ambito civile vi è stata un’evoluzione importante verso la responsabilità di risultato. Secondo la dottrina, la colpa non consegue dal mancato raggiungimento del risultato del paziente, bensì dalla mancanza della diligenza impiegata.

In ambito di emergenza urgenza questo principio ha un peso maggiore, in quanto i trattamenti sono gravati da maggiori rischi. Il giudizio di urgenza è delegato al medico di accettazione, ma ancor prima all’infermiere di triage del Pronto Soccorso.

La responsabilità professionale emerge nel caso di un mancato riconoscimento dell’urgenza che ha determinato la morte, lesioni o la perdita di chance di sopravvivenza.

Pertanto si chiede al professionista, in casi gravi e urgenti, rapida capacità decisionale, prontezza di esecuzione, autocontrollo emotivo, esperienza tecnica e professionale.

Il medico di Pronto soccorso è direttamente responsabile dell’appropriatezza prescrittiva degli accertamenti diagnostici richiesti e degli interventi terapeutici programmati.

Il medico di Pronto Soccorso, per rispettare l’obbligo di garanzia e giudizio di urgenza, deve:

  • Valutare rapidamente e accuratamente le condizioni del paziente
  • Rianimarlo e stabilizzarlo sulla base delle priorità
  • Determinare se i bisogni di cura eccedono la capacità di trattamento della struttura e segnalare la necessità di eventuale trasferimento
  • Assicurare il trattamento ottimale

Cos’è il danno alla persona

Il riconoscimento giurisprudenziale del danno alla persona richiede un inquadramento di tutti gli aspetti inerenti al danno stesso. Per comprendere al meglio se vi è la presenza di responsabilità dell’operatore sanitario, ci si avvale della ricerca di:

  • Danno biologico
  • Danno morale
  • Danno patrimoniale
  • Danno da morte
  • Danno psichico

L’O.M.S. dal 1980 ha dato una interpretazione “sistematica” del concetto di alterato stato di salute dell’individuo, dando uno strumento interpretativo a chi deve identificarne la mancanza.

La stima qualitativa e quantificativa richiede la conoscenza della “criteriologia della causalità”, la quale richiede una stesura peritale del CTU.

Per danno alla persona, si intende una modificazione in senso peggiorativo, dell’entità del nocumento psico-fisico, la quale viene tutelata dalla legge e il cui pregiudizio suscita una reazione, sotto l’aspetto giuridico, rivolta alla riparazione del danno stesso (elemento giuridico), riconoscendo in capo all’attore (paziente/congiunti), un diritto al risarcimento del danno, ciò sulla base della evidenziazione della responsabilità: Penale, Civile, Amministrativa”.

Dalla gravità e dalla irreparabilità delle lesioni, dipende l’entità del risarcimento. Il decorso della lesione può avere una evoluzione verso:
  • La guarigione con “restitutio ad integrum” completa
  • La non guarigione completa, lasciando postumi permanenti
  • La cronicizzazione della patologia
  • La morte

Dimostrare l’errore e il nesso causale

La responsabilità del personale sanitario in pronto soccorso, si fonda sugli stessi principi giuridici che regolano la responsabilità per colpa commessa da qualsiasi attività professionale.

L’operatore sanitario, rispetto ad altri professionisti, è maggiormente sottoposto a verifica del proprio operato, essendo lo stesso, titolare di quello che viene definito dottrinalmente come l’obbligo di garanzia.

L’errore, possibile in qualunque fase dell’atto sanitario, deve essere comprovatamente ritenuto responsabile dell’effetto negativo del trattamento sanitario.

Nel rapporto tra sanitario e paziente si instaura un’obbligazione di mezzi e di comportamento, è ovvio che il semplice risultato sfavorevole non significa automaticamente colpa del sanitario, ma occorre dimostrare l’errore e l’esistenza di rapporto causale tra questo e la condizione peggiorativa lamentata.


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